LA FESTA DI ALICE- IL FILM
Sud Dakota, anni ’20. Cinque amiche dal passato “disinvolto”, con un vissuto anticonvenzionale, si rivedono dopo trent’anni nella casa di Alice. Qui, tra whisky, birra e musica jazz, sviscerano le loro vicende passate, insolenti, spinose. Alla festa si aggiunge un giornalista determinato a conoscere queste donne e narrarne le vite.
Tra verità e menzogna, attinenza storica e fantasia, amore e odio, le cinque donne si metteranno a nudo in un affascinante ambientazione western, palesando quelle facciate che prima di allora nessuna aveva avuto il coraggio di mostrare. Fino a quando…
INTERVISTA ALL’AUTRICE:
- COME HAI CONOSCIUTO IL CONCORSO “UNA STORIA PER IL CINEMA “?
Tramite “Autori italiani”
- COME NASCE L ‘IDEA DELLA TUA STORIA?
Tutto nasce da una ricerca. Mi stavo infatti documentando sulla corsa all ‘oro in Alaska e mi imbatto nelle cosiddette “ragazze di frontiera “. Le chiamavano “le gatte dipinte”. Erano avventuriere,ballerine,giocatrici d’azzardo, cantanti e prostitute. Lavoravano nei saloons e intrattenevano i minatori nelle loro tende. Donne spregiudicate,ma coraggiose. Indurite dalla vita,ma geniali nel sopravvivere. Ne sono rimasta colpita e in qualche modo ,affascinata.
- QUAL È L’AMBIENTAZIONE?
La storia è ambientata negli anni ’20. In Sud Dakota. Immagino che cinque amiche dal passato disinvolto( ex prostitute e tenutarie di bordelli) si ritrovino, trent’anni dopo nel cottage di una di loro. Nel cottage di Alice, appunto.
- QUANTO C’È DI TE IN QUESTA STORIA?
Ho sperimentato anch’io con due mie compagne del liceo il rivedersi un trentennio più tardi. E poi amo i “ruggenti” anni ’20. Il Charleston, la musica jazz e le pettinature alla garconne. E amo i personaggi di questo periodo storico: Joséphine Baker e Cocò Chanel.
- PERCHÉ CREDI CHE SIA ADATTA PER UNA TRASPOSIZIONE CINEMATOGRAFICA?
In una recensione del libro del 2020, la dott.ssa Chiara Ricci parlava di “impostazione narrativa che si presterebbe assai bene per una trasposizione teatrale”…e, nell ‘intervista a seguire,mi chiedeva se avessi mai pensato ad una possibilità del genere. “Sì ci ho pensato. Ho anche inviato il libro a “Una storia per il cinema. Giusto per provarci.” Comunque. Perché questo romanzetto potrebbe diventare film? Forse per il ritmo di narrazione serrato o forse perché è fittamente dialogato.
- HAI GIÀ VINTO PREMI CON QUESTA STORIA?
Ho avuto alcuni attestati di merito e diplomi d ‘onore.
- PROGETTI PER IL FUTURO ?
Sto lavorando ad una serie di racconti. Ambientati in acqua, aria e terra. I protagonisti sono piante e animali, ma anche oggetti inanimati con le loro strampalate avventure.