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Il primo premio letterario che trasforma il tuo libro in un film!

Giuseppe Talamonti ci racconta LA BORSA DEL DUCE l

Giuseppe Talamonti ci racconta LA BORSA DEL DUCE l'opera con la quale è arrivata finalista alla 𝐕𝐈 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di 𝐔𝐧𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 📚🎬

1. Cosa ti ha spinto a iscrivere la tua opera a “UNA STORIA PER IL CINEMA”?
R. Già mentre scrivevo il romanzo, nella mia testa, l’azione che raccontavo si svolgeva come se fosse su uno schermo. Io non ho fatto altro che raccontare per iscritto la storia cui stavo assistendo.

2. Come è nata l’idea e dov'è ambientata?
R. Uno dei tanti misteri che la Storia ha lasciato insoluti è quello della scomparsa della borsa che Mussolini aveva con sé quando fu catturato. Che cosa contenesse di preciso è fonte di varie supposizioni ma è un fatto che partigiani, servizi segreti e loschi personaggi cercarono fin da subito di impossessarsene. Io mi sono divertito a immaginare che, in epoca contemporanea, si verificassero le condizioni per recuperare la borsa e che si scatenasse una guerra di spie per impossessarsene, con un uomo qualunque che inconsapevolmente finisce al centro dello scontro.

3. Quanto c’è di te in questa storia?
R. Non tantissimo, però un po’ si. Il protagonista fa il mio stesso mestiere e ha la mia stessa passione per il rugby ma le similitudini finiscono lì.

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#unastoriaperilcinema #concorsoletterario #cinemaitaliano #intervista #finale

Stefania Calà ci racconta NOMEN OMEN l'opera con

Stefania Calà ci racconta NOMEN OMEN l'opera con la quale è arrivata finalista alla 𝐕𝐈 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di 𝐔𝐧𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 📚🎬

1. Cosa ti ha spinto a iscrivere la tua opera a “UNA STORIA PER IL CINEMA”?
Come evidenziato più volte da coloro che hanno letto il libro e che lo hanno recensito, la struttura lineare composta e intrecciata della vicenda narrata, con continui rimandi al passato, la caratterizzazione di ambienti e personaggi, nonché l’alternanza dei livelli narrativi (un diario che narra il passato e una ricerca della verità nel presente), fanno sì che questa storia si presti a una interessante trasposizione cinematografica.
Quindi, per rispondere alla domanda, sono stata letteralmente “spinta” dai miei lettori a partecipare al concorso. Addirittura, mi è stato fornito il bando da uno di loro, e per questo non posso che essere grata.

2. Come è nata l’idea e dov'è ambientata?
L’idea nasce dal ritrovamento casuale di alcune lettere scritte da una bambina relegata in un collegio e da alcune ricerche da me effettuate. La storia abbraccia un po’ tutta l’Italia. Parte da Roma, perché è lì che vive la protagonista (la giornalista Emma De Amicis) ma, a un certo punto, Emma lascia la sua città e si avventura in un viaggio che la porterà fino in Calabria alla ricerca della verità. Il collegio in cui, invece, vive Laura (l’autrice del diario) si trova in un non meglio specificato Comune della provincia torinese. Una delle parti più interessanti del romanzo è proprio il viaggio che Emma e la sua amica Cristiana fanno in treno per giungere in Calabria e la successiva descrizione della provincia reggina.

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#unastoriaperilcinema #concorsoletterario #cinemaitaliano #intervista #finale

Patrizio Pacioni ci racconta LE NOTTI DI MONTESELV

Patrizio Pacioni ci racconta LE NOTTI DI MONTESELVA l'opera con la quale è arrivata finalista alla 𝐕𝐈 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di 𝐔𝐧𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 📚🎬

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Renato Fiorito ci racconta SORTILEGIO l'opera con

Renato Fiorito ci racconta SORTILEGIO l'opera con la quale è arrivata finalista alla 𝐕𝐈 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di 𝐔𝐧𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 📚🎬

1. Cosa ti ha spinto a iscrivere la tua opera a “UNA STORIA PER IL CINEMA”?
Diversi amici, dopo avere letto il libro, mi hanno detto che la storia sarebbe stata adatta, secondo loro, per trarne un film e che avrei dovuto tentare questa strada. Io rispondevo che mi sarebbe molto piaciuto ma che per me era impossibile, non conoscendo persone autorevoli impegnate nel settore. Perciò, quando ho saputo del vostro concorso, mi è sembrato un segno del destino e ho deciso di partecipare.

2. Come è nata l’idea e dov’è ambientata?
Quando lavoravo a Roma, in Banca d’Italia, per tornare a casa percorrevo Via Nazionale fino alla Stazione Termini per prendere la metropolitana. Così ogni giorno incontravo una piccola folla di emarginati che cercavano rifugio negli angoli delle strade o nella stessa stazione. A qualcuno davo a volte una moneta e scambiavo qualche parola per conoscere qualcosa della sua vita sfortunata. Quasi tutti mi dicevano che la loro sofferenza maggiore era di sentirsi invisibili e allora mi è venuto il desiderio di scrivere un libro su di loro per cercare di incrinare il muro di indifferenza e di fastidio che li circondava.

3. Quanto c’è di te in questa storia?
C’è poco di me e molto di loro. Forse è di mia invenzione solo l’idea iniziale del duplice sortilegio posto al centro della storia: quello di un pittore squattrinato che vede la sua vita sconvolta dalla predizione inquietante di una vecchia mendicante e quello che nasce dall’indifferenza e dal cinismo che avvolge la città e le impedisce di curare i suoi mali.

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Diletta Lombardo e Gianluca Lunardi ci raccontano

Diletta Lombardo e Gianluca Lunardi ci raccontano IL CANTO DELLE OSSA l'opera con la quale è arrivata finalista alla 𝐕𝐈 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di 𝐔𝐧𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 📚🎬

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Valerio Evangelista ci racconta KM 21 l'opera con

Valerio Evangelista ci racconta KM 21 l'opera con la quale è arrivata finalista alla 𝐕𝐈 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di 𝐔𝐧𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 📚🎬

1. Cosa vi ha spinti a iscrivere la vostra opera a “UNA STORIA PER IL CINEMA”?
Ci sono storie che non si accontentano di essere lette: vogliono uscire dalla pagina, costringerti a guardare negli occhi i loro protagonisti. KM 21 è una di quelle. È l’impatto frontale tra vite comuni e la macchina implacabile della storia. Il cinema, più di ogni altro linguaggio, può trasformare quella verità in qualcosa da cui non si può distogliere lo sguardo.

2. Come è nata l’idea e dov'è ambientata?
L’idea nacque vent’anni fa, davanti a un documentario: lo sguardo terrorizzato di un ragazzo bosniaco, trascinato giù da un camion militare, colpì Nicolino Sapio al punto da provare a ricostruirne la storia. Da lì è iniziata una ricerca che ci ha portati a scavare tra archivi dimenticati, testimonianze frammentarie e mappe di paesi scomparsi. L’ambientazione è la Bosnia del 1992, nell’area di Prijedor, epicentro della pulizia etnica che ha trasformato scuole in lager e giardini in fosse comuni.

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Saverio Giannini ci racconta GLI ULTIMI l'opera co

Saverio Giannini ci racconta GLI ULTIMI l'opera con la quale è arrivata finalista alla 𝐕𝐈 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di 𝐔𝐧𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 📚🎬

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Piero Campanini ci racconta L'IMPERFETTA CALLIGRAF

Piero Campanini ci racconta L'IMPERFETTA CALLIGRAFIA DELL'AMORE l'opera con la quale è arrivata finalista alla 𝐕𝐈 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di 𝐔𝐧𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 📚🎬

1. Cosa ti ha ispirato a iscrivere la tua opera a un concorso?
Perché ho sentito che la storia aveva bisogno di essere condivisa. L’imperfetta calligrafia dell’amore è un romanzo che parla di riscatto, di identità, di bellezza nascosta e riconquistata. Temi universali e molto attuali, che sono raccontati da una voce fragile e potente allo stesso tempo: quella di Leda. Iscrivere il romanzo a un concorso è stato il modo di offrirgli uno spazio, un pubblico, una possibilità di esistere. E anche una sfida: vedere se quella voce poteva risuonare nel cuore di chi legge e quali potessero essere le sue debolezze e le virtù.

2. Come è nata l’idea?
L’idea è nata dall’immagine di una ragazza silenziosa che scrive lettere d’amore sotto dettatura, quindi non sono sue, ma che tuttavia finiscono per cambiarle la vita facendola crescere e maturare come persona e come donna. Da lì si è sviluppato tutto il resto: la malformazione fisica, l’ospizio, l’Italia degli anni ’40, il barone, l’amore proibito e la guerra alle porte, seppure quest’ultima resta un elemento di sottofondo. Volevo raccontare cosa accade quando l’amore scritto, sognato e desiderato, diventa uno strumento di liberazione. E come anche un corpo negato, possa finalmente trovare attraverso l’amore una voce.

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La decima menzione speciale della 𝐕𝐈 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di 𝐔𝐧𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 è per…

𝑰 𝑫𝑬𝑴𝑶𝑵𝑰 𝑫𝑬𝑳 𝑺𝑬𝑷𝑰𝑲
𝒅𝒊 𝑳𝒖𝒄𝒊𝒂𝒏𝒐 𝑪𝒂𝒎𝒊𝒏𝒂𝒕𝒊

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Fiammetta Rossi ci racconta L'ISTITUTRICE DI BIRKH

Fiammetta Rossi ci racconta L'ISTITUTRICE DI BIRKHALL MANOR l'opera con la quale è arrivata finalista alla 𝐕𝐈 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di 𝐔𝐧𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 📚🎬

1.Cosa ti ha spinto a iscrivere la tua opera a “UNA STORIA PER IL CINEMA”?
Quale scrittore non sogna di vedere la propria opera al cinema o in TV? In realtà carezzavo l’idea di questo concorso da molto tempo, quest’anno mi sono buttata! Sentivo che era il momento giusto.

2. Come è nata l’idea e dov’è ambientata?
Come tutte le mie storie, parto sempre da fatti realmente accaduti poi ci costruisco
sopra un’impalcatura con trame e sottotrame varie. La storia è ambientata nell’Inghilterra vittoriana, (ai confini con la Scozia per la precisione) nel 1865. Periodo storico che amo particolarmente. Ho iniziato a scriverlo dopo aver letto di un episodio di cronaca avvenuto in quegli anni e in cui la colpevole venne inviata in una “casa di correzione”.

3. Quanto c’è di te in questa storia?
C’è la passione per l’insegnamento dell’Istitutrice chiamata a far da maestra a una
bambina problematica, piena di crisi isteriche e carica d’odio che, per giunta, vive sulla
sedia a rotelle. L’Istitutrice è caparbia, ma anche lei deve a un certo punto rendersi conto che la mission è un po’ diversa da quella che credeva.

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La nona menzione speciale della 𝐕𝐈 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di 𝐔𝐧𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 è per…

𝑰𝑳 𝑪𝑨𝑳𝑶𝑹𝑬 𝑫𝑰 𝑼𝑵𝑨 𝑪𝑶𝑵𝑸𝑼𝑰𝑺𝑻𝑨
𝒅𝒊 𝑹𝒂𝒐𝒖𝒍 𝑩𝒊𝒂𝒈𝒊𝒏𝒊

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Fabio Suraci ci racconta OLTRE I LIMITI DEL TEMPO

Fabio Suraci ci racconta OLTRE I LIMITI DEL TEMPO l'opera con la quale è arrivata finalista alla 𝐕𝐈 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di 𝐔𝐧𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 📚🎬

1. Cosa ti ha spinto a iscrivere la tua opera a “UNA STORIA PER IL CINEMA”?
A spingermi a iscrivere l’opera al concorso è stato il sogno (credo sia di chiunque scriva storie) di poter vedere la trasposizione del libro in film.

2. Come è nata l’idea e dov'è ambientata?

L’idea è nata dalla scena finale (che non sto a descrivere nei dettagli per ovvie ragioni ) intendo la scena al bar. Quando “ho visto” questa scena sapevo chi erano i protagonisti coinvolti e cosa stava succedendo, la sfida è stata scrivere tutta la storia per arrivare a quella scena.
È ambientato al lago di Sinizzo in Abruzzo nell’estate del 1989. L’ho ambientato in quell’estate perché da sempre avrei voluto scrivere un libro che si svolgeva in quel periodo e finalmente ho coronato un sogno.
Sulla scelta del lago è stata casuale, cercavo un lago piccolo e guardando su Internet sono incappato in quello e mi è piaciuto.

3. Quanto c’è di te in questa storia?
Di me in questa storia c’è la musica! Adoro scrivere ascoltando musica ed è sempre stato un mio desiderio quello di scrivere una storia in cui la musica fosse così tanto presente.

4. Perché credi che sia indicata per una trasposizione cinematografica?
Credo sia una storia perfetta per diventare un film perché è semplice e con una narrazione lineare, inoltre l’alternarsi di momenti al presente e al passato regala sempre belle sensazioni nei film.

5. Ritieni che possa essere più adatta per un cortometraggio, un lungometraggio o una serie?
penso che sia perfetta per un lungometraggio ma anche una mini serie potrebbe essere adatta.

6. Hai già vinto premi con quest' opera?
Non ho vinto premi con quest’opera… non ancora

7. Progetti per il futuro.
Ho tanti progetti per il futuro, ho appena finito di scrivere il mio primo Romance Spicy e ho diversi libri di vari generi (dal a fantasy al paranormal) da proporre a Case editrici

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L'ottava menzione speciale della 𝐕𝐈 𝐞𝐝

L'ottava menzione speciale della 𝐕𝐈 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di 𝐔𝐧𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 è per…

𝑻𝑨𝑹𝑶𝑻𝑺
𝒅𝒊 𝑰𝒍𝒂𝒓𝒊𝒂 𝑩𝒐𝒓𝒊𝒂

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Lucia Pia Senatore ci racconta AVA E I DINOSAURI l

Lucia Pia Senatore ci racconta AVA E I DINOSAURI l'opera con la quale è arrivata finalista alla 𝐕𝐈 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di 𝐔𝐧𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 📚🎬

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La settima menzione speciale della 𝐕𝐈 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di 𝐔𝐧𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 è per…

𝑰𝑳 𝑻𝑬𝑺𝑻𝑨𝑴𝑬𝑵𝑻𝑶 𝑫𝑰 𝑨𝑮𝑶𝑺𝑻𝑰𝑵𝑶
𝒅𝒊 𝑱𝒐𝒔𝒆𝒑𝒉 𝑪𝒓𝒊𝒔𝒂𝒇𝒖𝒍𝒍𝒊

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Paolo Gisonna ci racconta NERO NERO l'opera con la

Paolo Gisonna ci racconta NERO NERO l'opera con la quale è arrivata finalista alla 𝐕𝐈 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di 𝐔𝐧𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 📚🎬

1. Cosa ti ha spinto a iscrivere la tua opera a “UNA STORIA PER IL CINEMA”?
Ho iscritto Nero Nero al concorso "Una storia per il cinema" in seguito alla grande difficoltà di contattare produzioni cinematografiche. Un amico mi parlò della serietà di questo concorso ed eccomi qui.

2. Come è nata l’idea e dov'è ambientata?
L'idea è nata in metropolitana a Napoli, dopo aver assistito ad uno squallido episodio discriminante nei confronti di un ragazzo nero. L'ambientazione non è un fattore determinante nella realizzazione del film. Non fa differenza se i fatti avvengono a Stoccolma, a New York o in un piccolo paesino dell'entroterra toscano.

3. Quanto c’è di te in questa storia?
C'è il mio pensiero contro le discriminazioni, tutte le discriminazioni. E c'è l'ironia, elemento cardine della mia vita.

4. Perché credi che sia indicata per una trasposizione cinematografica?
5. Ritieni che possa essere più adatta per un cortometraggio, un lungometraggio o una serie?
Nasce per essere un lungometraggio.

6. Hai già vinto premi con quest' opera?
No, nessun premio.

7. Progetti per il futuro.
Realizzare Nero Nero per come l'ho immaginato è un mio progetto futuro.

8. Vuoi aggiungere altro?
Voglio ringraziarvi per l'attenzione che offrite a chi desidera che le sue opere (almeno) siano lette.

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La sesta menzione speciale della 𝐕𝐈 𝐞𝐝

La sesta menzione speciale della 𝐕𝐈 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di 𝐔𝐧𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 è per…

𝑭𝑹𝑨𝑴𝑴𝑬𝑵𝑻𝑰
𝒅𝒊 𝑳𝒖𝒄𝒊𝒂𝒏𝒂 𝑪𝒂𝒓𝒊𝒐𝒕𝒊

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@melli.roberta ci racconta IL RIFUGIO DEL GRUGNIT

@melli.roberta ci racconta IL RIFUGIO DEL GRUGNITO l'opera con la quale è arrivata finalista alla 𝐕𝐈 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di 𝐔𝐧𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 📚🎬

1. Cosa ti ha spinto a iscrivere la tua opera a “UNA STORIA PER IL CINEMA”?
Mi ha sempre affascinato il potere del cinema di raccontare storie in modo visivo ed emotivo. Volevo creare un racconto che potesse essere tanto avvincente da catturare l’immaginazione del pubblico, proprio come farebbe un film. Inoltre, la possibilità di esplorare temi universali e di creare personaggi complessi mi ha spinto a trasformare la mia storia in qualcosa che potesse essere vissuto non solo attraverso le pagine, ma anche sul grande schermo.

2. Come è nata l’idea e dov'è ambientata?
L’idea di scrivere questa storia è nata dalla mia passione per il cinema e dalla volontà di creare un racconto che potesse essere vissuto in modo intenso e visivo. Come romanziera con uno stile cinematografico, mi sono sempre ispirata al potere delle immagini per raccontare le mie storie. Questa particolare opera è stata scritta appositamente per questo concorso, con l’intento di proporre qualcosa di inedito e unico, che riflettesse la mia firma stilistica.
Per quanto riguarda l’ambientazione, ho scelto di collocare la storia all’interno dell’Istituto “Effetà” (scuola specializzata per la rieducazione audiofonetica dei bambini audiolesi) in provincia di Vicenza, un luogo che conosco molto bene perché vi ho lavorato nei miei primi anni di insegnamento. L’atmosfera e la realtà di questo istituto hanno offerto una cornice autentica e significativa per la mia narrazione.

𝑻𝑹𝑶𝑽𝑰 𝑳'𝑰𝑵𝑻𝑬𝑹𝑽𝑰𝑺𝑻𝑨 𝑪𝑶𝑴𝑷𝑳𝑬𝑻𝑨 𝑺𝑼𝑳 𝑵𝑶𝑺𝑻𝑹𝑶 𝑪𝑨𝑵𝑨𝑳𝑬 𝒀𝑶𝑼𝑻𝑼𝑩𝑬 @𝒖𝒏𝒂𝒔𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂𝒑𝒆𝒓𝒊𝒍𝒄𝒊𝒏𝒆𝒎𝒂

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La quinta menzione speciale della 𝐕𝐈 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di 𝐔𝐧𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 è per…

𝑳𝑬 𝑫𝑬𝑬 𝑵𝑶𝑵 𝑰𝑵𝑽𝑬𝑪𝑪𝑯𝑰𝑨𝑵𝑶 𝑴𝑨𝑰
𝒅𝒊 𝑷𝒂𝒐𝒍𝒂 𝑫𝒖𝒄𝒂 𝒆 𝑳𝒐𝒓𝒆𝒕𝒕𝒂 𝑴𝒐𝒛𝒛𝒐𝒏𝒊

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Giovanni Correale ci racconta I VIAGGI DELLA SILVE

Giovanni Correale ci racconta I VIAGGI DELLA SILVERMIST l'opera con la quale è arrivata finalista alla 𝐕𝐈 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di 𝐔𝐧𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 📚🎬

1- Cosa ti ha spinto a iscrivere la tua opera a “UNA STORIA PER IL CINEMA”?
Il racconto per lo più si svolge a bordo di una nave, ma durante il percorso verranno visitati diversi luoghi della terra, e questo, a parer mio, lo rende altamente cinematografico. Potrebbe essere interessante dal punto di vista della fotografia, dei costumi e della sceneggiatura.

2- Come è nata l’idea e dov'è ambientata?
L'idea del romanzo è nata circa una decina di anni fa: mi trovavo sulla costa francese, in Bretagna per la precisione, e ho immaginato una scena di combattimento navale.
Poi ho iniziato a interessarmi, dal punto di vista storico, alle guerre napoleoniche e alla tratta degli schiavi. La scintilla che ha fatto partire il racconto è stata la scoperta dello "Slave act", documento citato nel racconto. La storia è una sorta di giro del mondo: parte da Madras (l'attuale Chennai) e finisce sull' isola di Fraser in Australia, attraversando gli oceani e passando dal famigerato capo Horn.

3- Quanto c’è di te in questa storia?
Sono molto legato al personaggio di Leonard Morrell, ma ho voluto che il racconto non fosse autobiografico. Di mio direi c'è il comportamento del protagonista, che per alcuni viene ritenuto "bacchettone", e la capacità di credere nei principi.

𝑻𝑹𝑶𝑽𝑰 𝑳'𝑰𝑵𝑻𝑬𝑹𝑽𝑰𝑺𝑻𝑨 𝑪𝑶𝑴𝑷𝑳𝑬𝑻𝑨 𝑺𝑼𝑳 𝑵𝑶𝑺𝑻𝑹𝑶 𝑪𝑨𝑵𝑨𝑳𝑬 𝒀𝑶𝑼𝑻𝑼𝑩𝑬 @𝒖𝒏𝒂𝒔𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂𝒑𝒆𝒓𝒊𝒍𝒄𝒊𝒏𝒆𝒎𝒂

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